Soldati svizzeri ancora presenti in Kosovo? La necessità di una rapido rientro in patria!
Attualmente, nel Nord del Kosovo esiste ancora una minoranza di serbi, una popolazione di circa 100’000 persone che da anni è confronta con un acceso nazionalismo kosovaro, portato avanti dalle autorità indipendentiste che nega loro diritti e opportunità di vita e socioeconomiche. Questa difficile situazione ha portato più volte i serbi a manifestare il proprio dissenso.
No allo Sky Shield!
La Consigliera federale Viola Amherd ha deciso di far aderire la Svizzera al progetto della NATO “Sky Shield”. Il Movimento Svizzero per la Pace critica fortemente questa decisione guerrafondaia, che mina ulteriormente la neutralità della Svizzera, e chiede le dimissioni di Amherd.
NO al videomessaggio di Zelensky alle camere federali!
Il Movimento Svizzero per la Pace critica fermemente la decisione delle Camere Federali di accogliere per videomessaggio in diretta il presidente ucraino Vlodymir Zelensky lo scorso 15 giugno. Concedere uno spazio istituzionale del genere ad una sola parte in conflitto, rappresenta l’ennesimo attacco alla neutralità della Svizzera.
Via subito i soldati svizzeri dal Kosovo!
Negli ultimi giorni abbiamo assistito di nuovo a momenti di violenza nella regione del Kosovo. Vi sono stati scontri tra civili della minoranza serba e soldati della missione NATO della KFOR, che hanno portato al ferimento di 50 civili e di 30 soldati italiani e ungheresi della missione. Chiediamo il ritiro immediato di tutte le truppe svizzere dal Kosovo, e la fine della missione SWISSCOY.
Cuba di nuovo nella black list statunitentese degli stati “sponsor” del terrorismo
A inizio marzo 2023, l’Amministrazione Biden ha deciso di reinserire Cuba nella blacklist degli stati che sponsorizzano il terrorismo. Questa ennesima misura unilaterale reca ulteriore danno a un paese che già soffre da decenni a causa del criminale embargo nordamericano, conosciuto anche come “bloqueo”.
La debole risposta del Consiglio Federale alla petizione del Movimento Svizzero Per la Pace!
Lo scorso 17 gennaio 2023 come Movimento Svizzero per la Pace abbiamo consegnato 1300 firme della nostra petizione “SÌ alla Neutralità, NO all’avvicinamento alla NATO” alle autorità federali. Come volevasi dimostrare, la risposta del nostro governo è insufficente. Non solo rimarca come la sua politica cozzi contro la neutralità, ma addirittura costoro affermano che sia necessario cooperare di più con la NATO.
Libertà per i fratelli Kononovich! Arrestati e torturati solo perché antifascisti e comunisti ucraini!
È il 06 marzo 2022, quando a Kiev vengono arrestati da parte dei Servizi di Sicurezza Ucraini (SBU) i fratelli Oleksandr e Mykhail Kononovich. I fratelli vengono accusati, senza fondamento, di essere spie al soldo dei russi e bielorussi. Ma chi sono i fratelli Kononovich?
Siria: Sanzioni e terremoto
Il 6 febbraio, un forte terremoto ha colpito la Turchia e la Siria, causando decine di migliaia di vittime e molti feriti. Il terremoto dimostra ancora una volta che le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea contro la Siria, contrarie al diritto internazionale, hanno un effetto devastante sulle condizioni di vita della popolazione e, attualmente, sul soccorso e l’approvvigionamento delle persone sepolte.
Il Movimento Svizzero per la Pace ha consegnato le firme della sua petizione intitolata “Sì alla Neutralità, No all’avvicinamento alla NATO!”
Il Movimento Svizzero per la Pace SFB ha consegnato il 17 gennaio al Consiglio Federale la petizione „SÌ alla Neutralità, NO all’avvicinamento alla NATO!“ con oltre 1300 firme. La petizione invita il governo svizzero a fare tutto il possibile per promuovere il dialogo e la distensione nel conflitto ucraino e a mantenere la tradizione di neutralità senza alcun avvicinamento alla NATO.
Provocazioni statunitensi a Taiwan e l’imperatività di una desclation
Lo scorso 2 agosto 2022 la speaker della Camera dei Rappresentanti americana, la democratica Nancy Pelosi si è recata a Taiwan per una visita ufficiale, che le ha permesso di incontrare direttamente vari rappresentanti istituzionali dell’isola. Il dato concreto è che la visita ufficiale di Nancy Pelosi rappresenta un’ulteriore provocazione nordamericana nei confronti della Cina guidata da Xi Jinping e dal Partito Comunista Cinese.
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